Serata sulla settima arte il 10 ottobre 2016, presso il RC Lambro Napoleon.

Ci hanno accompagnati a toccare alcuni aspetti dell'arte cinematografica l'avv. Gianbattista Pini, giurista esperto di diritto cinematografico ma anche professore, presso l'U3 di Carate Brianza, di Cinema e di Linguaggio Cinematografico, nonchè direttore del Cineforum presso il Palazzo Terragni di Lissone, e il dott. Giovanni Santambrogio, giornalista e scrittore, docente di “Teoria e tecniche del linguaggio giornalistico” e di “Storia del giornalismo” presso l’Università Cattolica di Milano e presso la Scuola di Giornalismo d Perugia, giornalista de “Il Sole-24 Ore”, presso il quale ha diretto il supplemento culturale “Il Sole-24 Ore Domenica”, autore di numerosi libri dedicati all’arte e all’iconografia cristiana.


Durante la magnifica serata si è parlato di “Cinema e letteratura.Dalla pagina scritta all’immagine in movimento”, analizzando, cioè il

rapporto tra romanzo e cinema: adattamenti cinematografici da grandi romanzi vs sceneggiature originali.

Si è così passati da esempi di adattamenti, più o meno riusciti, per esempio i numerosi film su Dracula (fino al capolavoro di Coppola) ad esempi di romanzi poco famosi, poi diventati di culto, dopo il successo del film (Lanterne rosse, Sorgo rosso), fino ai casi di non romanzi diventati libri (La vita è bella).
A proposito di parola scritta e di immagine si è proseguito dando contenuto ad alcuni termini, utili a meglio leggere l'opera cinematografica.

Parola
Pensiero disvelato, ci porta a scavare dentro il termine stesso, personale indagine che svela la complessità del pensiero.
Tuttavia la parola letta e quella invece ascoltata al cinema ci mettono in movimento in modo diverso. Entrambe, in ogni caso, ci portano a ciò che è ignoto, al Mistero.
Ne deriva un'avventura dentro il linguaggio: sia la letteratura che il cinema ci educano allo stupore: anche la parola più semplice ci porta emozioni, non esiste una parola vuota quindi.

Immagine
La parola ha dentro un'immagine, che è diversa per ognuno di noi a seconda dello stato d'animo di ciascuno.
Essa è sia descrittiva che evocativa.

Silenzio
Sia nella parola che nell'immagine lavora il silenzio, inteso come assenza di rumore di parola, tempo sospeso, che a sua volta diviene immagine.
Nel film ci è dato, nel libro se lo prende il lettore. 

Stile
lo stile dell'opera, lo stile del regista, lo stile dell'autore, ecc.. L'uomo in sè è stile, inteso come insieme delle sue qualità. Armonia irripetibile, dice Ghoethe.

Personaggi
Termine di confronto e di relazione per noi; con essi ci identifichiamo o ad essi ci ribelliamo. Si crea, cioè, con i personaggi di un libro o di un film una relazione vicendevole di amore e odio.
Diventano, in ogni caso, nostri compagni di viaggio.
Inoltre migrano: continuano ad essere riprodotti nel cinema, in epoche diverse e da autori diversi.

Interpretazione
L'interpretazione ci provoca e suscita il nostro personale giudizio, diverso da quello di chiunque altro.

All'esito della profonda chiacchierata ci sono stati mostrati due spezzoni di film tratti, rispettivamente, da Il Gattopardo (la scena del ballo) e da Morte a Venezia (la scena dell'incontro tra il ragazzo e Von Aschenbach e quella della morte di quest'ultimo).
Mentre le immagini scorrevano sul grande schermo, il dott. Santambrogio leggeva i brani dei romanzi dai quali i film sono stati tratti.
Abbiamo così potuto apprezzare quanto, nel caso specifico, il regista (Visconti) sia stato fedele al testo letterario, tanto che l'immagine e la parola letta corrispondevano nei minimi dettagli.

Serata da ripetere!

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